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Le terre aride avanzano: in 30 anni scomparsa un’area grande come l’Europa
Un pianeta sempre più secco
Immaginate di sottrarre all’Europa tutte le sue precipitazioni per tre decenni. Il risultato? Un continente trasformato in un deserto. Questo è, in sostanza, ciò che è avvenuto su scala globale: dal 1990 a oggi, il mondo ha perso 4,3 milioni di km² di terre fertili, un’area pari a quella dell’intera Unione Europea.
Secondo il rapporto dello UN Science Policy Interface, presentato alla COP16 di Riad sulla desertificazione, il fenomeno ha ormai raggiunto proporzioni critiche. Tre quarti delle terre emerse hanno sperimentato un clima più secco negli ultimi 30 anni, un chiaro segnale di come i cambiamenti climatici stiano accelerando l’inaridimento del pianeta.
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Cosa sono le terre aride?
Le terre aride, o drylands, sono aree in cui l’evapotraspirazione – ovvero l’acqua persa dal suolo e dalle piante – supera di almeno il 45% le precipitazioni annuali. In altre parole, piove troppo poco rispetto all’acqua che evapora.
L’ONU classifica queste zone in quattro categorie, in base alla gravità dell’aridità:
- Subumide secche
- Semiaride
- Aride
- Iper-aride (deserti veri e propri)
Con il riscaldamento globale, sempre più territori stanno passando a una categoria più arida, con conseguenze devastanti per l’agricoltura, la biodiversità e le risorse idriche.
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I cambiamenti climatici accelerano la desertificazione
I dati raccolti dall’ONU mostrano una correlazione diretta tra crisi climatica e inaridimento delle terre. Il riscaldamento globale, intensificato dalle emissioni di gas serra, sta aumentando le temperature e riducendo le piogge in molte aree cruciali del pianeta.
Secondo il rapporto, entro il 2100, fino al 3% delle attuali aree umide potrebbe trasformarsi in terre aride, mentre 5 miliardi di persone potrebbero trovarsi a vivere in zone con scarsità d’acqua.
Le aree più colpite includono:
- Il Mediterraneo, con Italia e Spagna in prima linea
- Il Sahel e la Rift Valley in Africa
- Gli Stati Uniti occidentali
- La Penisola dello Yucatán in Messico
- Il Nord Africa e l’Asia Centrale
Il Mediterraneo, in particolare, è considerato un hotspot della crisi climatica, con siccità sempre più frequenti e impatti significativi sull’agricoltura e le riserve idriche.
Conseguenze: meno cibo, più migrazioni, più incendi
L’espansione delle terre aride ha effetti devastanti:
- Il 40% delle terre coltivabili è a rischio degrado, mettendo in pericolo la sicurezza alimentare.
- La desertificazione ha già causato un calo del 12% del PIL africano tra il 1990 e il 2015.
- Aumentano le tempeste di sabbia e gli incendi, che aggravano l’inquinamento atmosferico.
- La riduzione delle risorse idriche spinge le popolazioni a migrare su larga scala, con conseguenze geopolitiche imprevedibili.
Serve un cambio di rotta
L’inaridimento del pianeta non è un destino inevitabile. Esistono soluzioni per rallentare la desertificazione e proteggere le risorse naturali, ma è necessario un impegno globale. Ridurre le emissioni di CO₂, investire in tecnologie per l’uso efficiente dell’acqua e proteggere le foreste sono azioni fondamentali.
Fonti: