La partenza è fissata per il 29 settembre da Madrid e 4 scali: Lima, Santiago del Cile, Punta Arenas e le Falkland.
Arrivati a Mont Plesant, piccolo aeroporto militare delle Falkland, il primo imprevisto: il bagaglio con tutto il materiale di sicurezza, corde, chiodi da ghiaccio ed imbraghi è smarrito, non possiamo salpare senza ed il prossimo volo per consegnare il bagaglio arriverà tra una settimana. Approfitto di questa attesa per conoscere i miei compagni: Juan Diego Amador, Ignacio De Zuloaga, Domigo Expòsito, Juan Manuel Sotillos e Rafael Vazquez.
A bagaglio arrivato ci imbarchiamo sull’ Yopoke II, una barca a vela di 18 metri che solcherà uno dei tratti oceanici più pericolosi ed insidiosi del pianeta fino a raggiungere King Haakon Bay da dove inizierà la nostra avventura. La navigazione dura 6 giorni, tra onde e mal di mare, il mare grosso ci impedisce di entrare a ovest dell’isola e dobbiamo circumnavigarla fino a Possesion Bay dove finalmente sbarchiamo. Il tempo non è dei migliori e un altro imprevisto è alle porte: dopo due ore Rafael, il medico, decide di abbandonare e fare retro front verso la barca.
Sono le 5,30 del terzo giorno quando mi sveglia l’ennesima raffica di vento.
Nemmeno il tempo di aprire il sacco a pelo che arriva un altra raffica questa volta più forte delle altre.
La tenda non regge, si piega su sé stessa e il telo umido ci si stampa in faccia.
Siamo senza tenda. Quando scende la notte decidiamo di scavare un buco nella neve dove avremmo passato la notte io e Ignacio pronti ad accogliere gli altri tre nel caso anche la loro tenda avesse ceduto.
Ci ritroviamo bloccati nella tormenta senza poterci muovere per due interminabili giorni. In Georgia del Sud non esistono squadre di soccorso, non esiste elisoccorso, si entra in questo inferno di ghiaccio con le proprie gambe e si deve uscire con le proprie gambe. Martedì il vento improvvisamente sembra smettere, attendiamo un’ora per vedere se la tregua regge, facciamo in fretta i nostri zaini e decidiamo di partire.
Dobbiamo attraversare tutto il plateau del ghiacciaio e raggiungere un punto riparato a circa 2km di distanza. La tregua dura pochissimo e dopo 500 metri ci troviamo in balia della tempesta senza nessun riparo.